lunedì 28 ottobre 2013

Ovo San intervista per voi Marco Rubatto

Di solito forniamo spunti di riflessione a 360º gradi sull'Aikido, ma questa settimana ci fermiamo per pubblicare parte dei nostri stessi pensieri...

Ovo san, membro dell'attivissimo "Aikido Orbassano", sta intervistando molti Maestri italiani di Aikido... ed è ad un certo punto toccato anche a Marco Rubatto che da anni ci supporta e rappresenta.

È con orgoglio quindi che vi presentiamo il frutto di questo incontro virtuale fra l'Ovoreporter ed il nostro coordinatore e responsabile. Buona lettura!

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Eccoci qua! e proprio sotto la Mole Antonelliana, simbolo della Nostra Torino, il vostro Ovoreporter incontra il Maestro Marco Rubatto, che insegna a S. Mauro Torinese e anche a Volpiano e in Torino, insomma ecco “ due gianduiotti” (famosi cioccolatini tipici di Torino), faccia a faccia (virtualmente si intende).
Insieme ai M° Chierchini e Branno ha organizzato e ospitato l’Aikido Blogger Seminar… Allora M° Rubatto un po’ di free style prima delle 5 domande?

Marco - Vado con il free style:
Ho iniziato a fare Aikido per una combinazione assolutamente fortuita, più precisamente a causa di un incidente ad un ginocchio accaduto mentre praticavo Karate: non potevo più tirare calci per un po', ma avevo ancora l'abbonamento pagato per un intero anno presso il Dojo/Palestra che frequentavo, quindi mi sono dato all'Aikido quasi per "tamponare" il momentaccio.

L'Aiki-vocazione però è stata tardiva: sin da giovane avevo praticato alcuni stili di Kung Fu, ancor prima che il Karate. Attratto dalle cadute e dalle leve articolari, sono stato folgorato sulla via di Aiki-Damasco quel giorno ormai lontano più di vent'anni, e da allora non ho più fatto altro.

Quello che mi colpì di questa disciplina un attimo dopo che la mia esigenza di sbattacchiarmi si era un po' calmata, era il grande spessore filosofico di questa disciplina... cosa che non avevo incontrato nei miei precedenti percorsi marziali.

Quindi... prima un paio di allenamenti alla settimana, che presto sono diventati 3, 4... poi 5... poi gli stage... e così mi ritrovo venti anni più tardi ad essermi licenziato dal mio lavoro ordinario per dedicarmi completamente e quotidianamente alla pratica, all'insegnamento ed alla divulgazione dell'Aikido!

Credo di essere riuscito comunque anche a far tesoro della mia esperienza lavorativa con i potatori di handicap intellettivo nel mondo del sociale: ora li seguo da alcuni anni in un corso specifico di Aikido adattato alle loro esigenze.

Ho avuto la fortuna di incontrare Insegnanti in gamba, che mi hanno aperto mondi inesplorati della pratica... e soprattutto l'ottica con la quale interagire con essa, in modo tale da poter continuare a fare Aikido soprattutto al di fuori del tatami. Cosa che credo poi interessi bene o male a ciascun praticante...

Sono stato un bel po fortunato, insomma... anche perché mi sono da sempre interessato di spiritualità e cultura orientale, quindi con l'Aikido ho trovato un connubio perfetto fra movimento, marzialità, ma anche possibilità di integrare tutti i miei studi ed interessi precedenti, portati avanti in altri ambiti.

Fra essi la Meditazione è forse stata la mia compagna più importante e fedele, alla quale ho avuto l'onore di essere introdotto da uno dei discepoli più stretti del Mahatma Gandhi... e quindi mi sono ancora più innamorato dell'Aikido quando mi sono accordo della convergenza fra il sapere antico e la filosofia di O' Sensei!

Ok ! andiamo con le domande...

Ovo san:
1) tra i 4 elementi Aria, Fuoco,Terra e Acqua quale rappresenta di più il tuo Aikido?

Marco:
Gran bella domanda: quando ho iniziato a praticare, probabilmente il fuoco era l'elemento che mi rappresentava meglio... magari con qualche goccia di acqua qua e la, ma assolutamente non in grado di spegnerlo.

Ora mi sento molto più mutevole rispetto agli elementi, ma anche più integrato: certamente va un po' a periodi... ma spesso mi concentro di percepirli tutti e quattro vivificati sul tatami, anche perché quando ci riesco mi sento davvero bene ed al mio giusto "posto"!

La terra è la concretezza, forse anche la solidità, che solo ultimamente sento più mia... ho sempre teso in passato ad avere un po' la testa nelle nuvole... il corpo (la terra), la mente (l'acqua), lo spirito (il fuoco) e l'anima (l'aria) sono proprio quanto di recente sto cercando più di integrare fra loro, avendo intuito quanto la loro unione profonda sia maggiore della somma delle singole parti (O' Sensei docet). 

Vediamo adesso quanto ce la farò, ma la sfida mi sembra comunque alquanto stimolante!

Ovo San:

2) Iwama, nel tuo Blog ho visto il tuo Viaggio alle origini dell'Aikido, quale atmosfera hai respirato, sapendo che è un sogno per molti andare a Iwama...

Marco:
Ho avuto la fortuna di andare in Giappone, e nello specifico anche ad Iwama, diverse volte... la prima di esse a dire il vero in modo un po' avventato, giusto con quell'infinito entusiasmo giovanile di realizzare i propri sogni... le seguenti invece in maniera forse più oculata (dopo avere studiato qualche annetto il giapponese, per esempio!);

mi sono curato di girare in lungo ed in largo sulle tracce dei luoghi cari ad O' Sensei: Tanabe (il luogo in cui è nato), l'Hokkaido (dove da giovane supportò la costruzione di un'intera comunità nel paesino di Shirataki e dove incontrò Sokaku Takeda), Ayabe e Kameoka (dove venne in contatto con Onisaburo Deguci ed i credenti Oomoto Kyo), i monti Kumano (dove spesso si ritirava in preghiera)... e poi ovviamente Tokyo (ancora attualmente considerato il quartier generale dell'Aikido mondiale) ed Iwama (dove studiò ed insegnò negli ultimi decenni di vita).

Non vorrei essere frainteso, ma ho respirato in ciascuno di questi luoghi un'atmosfera molto diversa da quella che mi sarei aspettato (o che ci vorrei voluto trovare): storicamente parlando è una gran cosa poterci andare e "toccare con mano" la sua storia, ma è evidente come il suo Aikido non sia più li, né sinceramente a nessuno ciò interessi più di tanto. 

C'è chi insegna molto bene le tecniche, senza troppo curarsi degli aspetti più relazionali, filosofici o spirituali... c'è chi pratica ma sembra che non sappia più nemmeno bene il perché lo faccia.

Ci sono anche quelli bravi, come da noi... ma ci sono le "mezze calzette" (forse questi sono in maggioranza!). 

La "Mecca dell'Aikido" forse non è più in Giappone in questo momento, nel senso che lo spirito autentico del Fondatore può benissimo essere riprodotto e vivificato nei nostri Dojo meglio di come ho visto fare ad Iwama nel suo di recente.

Sembra qualcosa di paradossale, forse spegnerà qualche entusiasmo, ma è sinceramente ciò che ho provato più e più volte quando ero là.

Il giapponese medio non sa nemmeno cosa sia l'Aikido e più di una volta sono stato preso per fesso perché provenivo dall'Italia per studiare qualcosa che per loro è morta e sepolta, come la tradizione dei Bushi... Sono molto più interessati all'America, al business ed alla micro-ingegneria per badare a tradizioni e templi... quelli, spiace a dirlo, sembrano interessare quasi solo più a noi! 

Bizzarro vero?!

La buona nuova è che ora andare in Giappone è qualcosa di veramente fattibile ed abbastanza low-cost, se ci si sa organizzare. In merito a questo ho intenzione nei prossimi mesi di pubblicare su Aikime una sorta di "visita virtuale" con alcuni appunti di viaggio, a favore di futuri viaggiatori fai-da-te, che intendessero replicare l'esperienza.

Il sogno diventa sempre più realizzabile... ma andiamoci per fare foto e video della natura pazzesca del Giappone, della loro straordinaria cultura... ma non esclusivamente per fare Aikido, altrimenti rischieremmo di rimanere delusi, secondo me.

Ovo San:
3) hai ospitato l'Aikido Blogger Seminar insieme ai M°tri Branno e Chierchini, quindi parlando di Blog, come è cresciuto il mondo dell'Aikido grazie ad internet e come cambierà secondo te...?

Marco: 
Il Web ha cambiato tutta la nostra società, e quindi ha influito ed influirà sempre più secondo me anche nell'Aikido.

Quando io ho iniziato a praticare, l'unico modo per sapere chi era un'Insegnante o vederlo in azione era quello di fare la borsa, prendere il termo e magari attraversare l'Italia (se non l'Europa) per arrivare sul suo tatami.

Ora basta digitare il suo nome su Google o Youtube ed è subito facile capire se siamo dinnanzi ad uno "che c'è", piuttosto ad una persona senza troppa sostanza.

Siamo in grado di vedere non solo chi è, ma anche cosa fa di attivo e concreto per promuovere la crescita e patrocinare lo sviluppo della nostra disciplina.

Ricordo che i gradi più alti sono attribuiti proprio per meriti di questo tipo: la divulgazione, la consacrazione della propria vita ad uno scopo affine con le prospettive dell'Aikido. Certo che se uno è 7º dan solo all'interno della sua piccola cerchia... dal Web è evidentemente smascherabile... o perché è assente, o perché basterà chiedere le referenze.

In un certo senso la rete fornisce un sacco di stimoli, è popolata da un gran numero di cialtroni (dell'Aikido, come di qualsiasi altro settore)... ma basta avere gli occhi buoni per districarsi velocemente in questa giunga ed approdare a ciò che ci interessa.

I giovani fanno di default questo processo... e, ad esempio, in tanti arrivano così al Dojo.

Sarà poco tradizionale forse, farà poco "insegnamento segreto" riservato ai fedeli di un clan... ma i tempi sono cambiati e l'Aikido ha tutte le carte in regola per essere un arte fluidamente adattabile alle esigente della nostra società, Web incluso... anzi cogliendo al meglio questa inedita opportunità di sviluppo ed evoluzione.

Secondo me, chi non coglie questo aspetto e rimane rigidamente ancorato alle dinamiche del passato sarà presto considerato un "pezzo da museo"...

Ovo San:
4) Vivere l'Aikido giornalmente come attività, ha cambiato IL TUO MODO DI ESSERE o hai adattato l'Aikido AL TUO STILE DI VITA?

Marco: 
Vivere l'Aikido giornalmente ha cambiato un sacco di cose in me: innanzi tutto ho dovuto imparare a stare sul tatami in modo diverso e molto più rispettoso di me stesso, del mio corpo... che è poi lo strumento che utilizziamo per la pratica.

Ciò non significa risparmiarsi negli allenamenti, ma agire nell'ottica che la settimana (la mia nella fattispecie) è fatta da numerosi allenamenti (circa 12, attualmente)... che il mese è fatto di quattro settimane e che quindi ci deve essere non solo energia in ciò che si fa, ma è necessario garantirsi (e garantire agli studenti) che questa energia si mantenga a lungo.

Praticare ogni giorno fa spesso riflettere su quanto longeva intendiamo che sia la nostra attività Aikidoistica.

La vecchia generazione dei Sensei, in questo senso e salvo rare eccezioni, ci ha lasciato un pessimo esempio di equilibrio: erano quasi "tutti rotti" da anziani, segno che da giovincelli forse ci hanno calcato un po' troppo la mano!

Comunque per risponderti, entrambe le cose sono state fatte: io sono andato verso l'Aikido, modificando il mio stile di vita (il sonno, i pasti... ad esempio) ed sto percependo che pian piano anche l'Aikdo, a specchio, prende un po' la mia forma.

Che dire però, il processo è iniziato così intensamente solo da pochi anni, vieni a farmi questa domanda più avanti, diciamo fra una quindicina d'anni per esempio! ^__^

Ovo San:
5) Marzialità, tra il dire e il fare, quanta  filosofia e quanto il keiko c'è nel TUO Aikido oggi?

Marco: 
Forse uno dei punti più delicati degli Aikidoka d'oggi è proprio quello di saper trovare un soddisfacente connubio fra pratica, marzialità, filosofia e spiritualità...

Non so se l'ho attualmente trovato, spesso infatti aggiusto il tiro e/o cambio direzione... ma almeno ho chiaro come mi piacerebbe che questo processo avvenisse: in modo equilibrato ed integrato!

Ho esordito in una scuola molto tecnica e marziale, quella di Iwama appunto... poi ho cercato di attingere alle mie esperienze più filosofiche e spirituali ed anche il mio attuale Insegnante, Patrick Cassidy Sensei si sta muovendo nella stessa direzione.

Ho iniziato a parlare di più di questi temi a lezione ed a integrare maggiormente il movimento nudo e crudo e le tecniche... con un più sottile "movimento dello spirito e della consapevolezza".

Ogni tanto però guardo i miei allievi, e dopo magari qualche settimana che trattiamo argomenti più eterei e filosofici, iniziano ad atteggiarsi troppo come ballerine di danza classica... 

... e questo è il segnale che bisogna "tornare sul classico" e recuperare quella sana atmosfera marziale in cui gli errori si pagano cari, così l'attenzione sale alle stelle... e non dobbiamo solo cadere grazie al "volemose bene" (infondo l'Aikido ha avuto i suoi natali in un'atmosfera simile...).

Di contro però, noto anche come a seguito di un periodo più "militaresco", impegnati a cercare angoli buoni e distanze corrette, ci si "raffredda un po' l'anima", si diventa più cinici... simili a robot, magari precisi, ma sempre robot inespressivi: questo è il momento nel quale tendo a rinfrescare un po' di più le prospettive personali alle quali l'Aikido si conduce.

Forse si impara solo in un processo di aggiustamenti continui e approssimazioni successive, ed in questo "Budo" classico e filosofia credo che siano due elementi compresenti ed indispensabili: il difficile per me è solo quello di mixarli fra loro con la precisione di un farmacista a seconda delle esigenze.

Però sono due elementi irrinunciabili, di questo sono certo ormai... perché si supportano e completano a vicenda (O' Sensei ri-docet!).


[Marco Rubatto]

Bhe! Tanta roba, volendo concludere direi Grazie Marco… di cuore e continua così che sei un grande! ma sopratutto molto disponibile alle mie domande, davvero...

Un saluto
Ovo San

lunedì 21 ottobre 2013

Aikido Blogger Seminar - 2º edizione: ecco come la rete migliora l'Aikido!

È da molto che avevamo iniziato a ventilare la notizia, ed ora è il momento di fornirvi tutti i dettagli: l'Aikido Blogger Seminar si prepara a tornare in una veste più innovativa ed inedita che mai!

Per chi già non sapesse di cosa si tratta, può trovare al seguente link tutto il diario dell'enorme successo riscosso da questa iniziativa nella scorsa stagione...

... ma nel frattempo la rete è stata tutt'altro che ferma: nuove idee, sinergie e attività sono state confrontate, discusse e verranno ora presentate nella nuova edizione dell'evento che vede collaborare i tre più grandi Blog nazionali sulla nostra disciplina, ossia Aikido Italia Network ed Aikido Vivo, oltre al nostro Aikime.

Marco Rubatto, Simone Chierchini e Fabio Branno si sono rimessi al lavoro per offrirvi, come lo scorso anno, qualcosa di ben più completo di un solito "seminar"... come tanti ne possiamo trovare ogni week end  in giro per la nostra penisola.

Si sta trattando qui di trovare NUOVE FORMULE e spazi di condivisione e confronto per la nostra amata arte: qualcosa che sia in grado di onorare le tradizioni del passato, ma che al contempo rimanga aderente all'enorme potenzialità delle tecnologie attuali.



Le novità quindi non saranno poche, ve ne iniziamo a presentare alcune!

1) NUOVA LOCATION: questa volta l'evento verrà ambientato nel cuore della splendida Napoli, per servire meglio il pubblico del centro e sud Italia, che l'anno scorso ha obiettivamente fatto più difficoltà ad intervenire di persona.

2) APERTURA A NUOVI INSEGNANTI: Fabio, Marco e Simone hanno attentamente cercato altre persone che vivono con partecipazione ed interesse l'Aikido sul Web, e che si sono contraddistinti per il loro continuo e positivo contributo qualitativo alla nostra "comunità virtuale". Hanno quindi invitato 3 ulteriori Guest Teachers che li coadiuveranno nell'insegnamento durante l'Aikido Blogger Seminar: i loro nomi non hanno bisogno di ulteriori presentazioni: Rino Bonanno (Aikikai Napoli), Alessio Autuori (Progetto Aiki, Salerno) e Gabriele Pintaudi (Aikido Libero, Palermo)... La famiglia si sta INGRANDENDO!

3) EVENTO INTER-STILE ED INTER-ASSOCIATIVO: maggiore attenzione è stata portata a rendere questo evento il simbolo dell'unione ideale di tutta la realtà Aikidoistica del nostro Paese, invitando a partecipare attivamente rappresentanti di svariati Enti (FIJLKAM, ADO-UISP, TAAI, PROGETTO AIKI...) e Stili/Scuole (Aikikai/Iwama Ryu/Takemusu Aiki/ Tissier Sensei/Endo Sensei/Kobayashi Ryu...), così come sempre dovrebbe accadere in un luogo in cui il dialogo ed il confronto sulla nostra disciplina sicuramente prendono il so
pravvento su ogni forma di "campanilismo".

4) INTERAZIONE CON I PARTECIPANTI: verrà introdotta un'innovativa modalità di interazione fra gli Insegnanti presenti ed i partecipanti... molto simile a quella dei Blog e dei Social Network, con i “commenti ai Post” e loro moderazione al termine di ogni sessione di lavoro insieme: una novità inedita che permetterà a tutti di sentirsi sempre più partecipi e co-autori dell’atmosfera dell’evento e quindi della sua buona riuscita.

5) SPOT PUBLICITARIO SULL'AIKIDO ITALIANO: questa splendida occasione per incontrarci verrà utilizzata per girare alcuni video “live” che poi saranno utilizzati per realizzare professionalmente un video promozionale dell’Aikido Italiano, che ci aiuti e supporti alla promozione della nostra disciplina, nuovamente ben al di là della nostra appartenenza o dalle propensioni stilistiche di ciascuno. Una sorta di “unione fa la forza” alla quale vi invitiamo a partecipare, specie qualora foste interessati a comparire direttamente nello spot che gireremo...

6) MANIFESTO DEGLI INTENTI DELL'AIKIDOKA: per la prima volta nel nostro Paese, verrà proposto a TUTTI gli Insegnanti presenti di sottoscrivere un “manifesto degli intenti dell’Aikidoka”, nel quale ciascuno espliciterà la sua intenzione di collaborazione costruttiva ed integrante con il resto della Società Aikidoistica, lasciando da parte ciò che la divide, per addivenire ad una realtà più unita, nella quale sia più semplice realizzare gli obiettivi comuni: un documento etico che parte dalla voglia di “fare bene insieme” destinato a fare vanto nel proprio curriculum.

Quest'ultimo punto si delinea essere uno dei più importanti e "rivoluzionari": troverete il testo integrale che verrà presentato durante l'evento al seguente link.

Oltre ai 3 organizzatori ed ai 3 Guest Teachers numerosi altri Insegnanti provenienti dalle più svariate realtà hanno già scelto di aderire all'iniziativa (in ordine di adesione, né di grado, né alfabetico che poco ci importano...):

- Pasquale Robustini, Aikido Roma Nord (Roma)
- Carlo Caprino, Seishin Dojo (Grottaglie)
- Stefano Mazzilli, Hikari Dojo (Pomezia)
- Fabio Ramazzin, Takemusu Aikido Gallarate (Gallarate)
- Valentino Traversa, Aikido Salento (Manduria)
- Angelo Armano, Shugyo Dojo (Sorrento)

(lista aggiornata al 19/10/13, ore 18:00)

Eh, si... sembra proprio che praticanti ed Insegnanti abbiano compreso che una migliore conoscenza e sinergia reciproca non può che giovare a ciascuna Scuola, Organizzazione, Dojo!

Che l'unione facesse la forza lo avevamo già capito da un pezzo, ma che questa dinamica iniziasse a diventare una vera e propria realtà in Aikido è un dato di fatto che non possiamo che accogliere con gioia!

Vieni anche tu a partecipare a questo poderoso processo di cambiamento: un luogo in cui puoi dialogare con compagni ed Insegnanti, puoi praticare con loro e condividere le tue prospettive... (senza ironia, ci sono molti posti dove questo è ancor oggi una chimera!)...

Appuntamento quindi a Napoli, il 30 novembre e 1 dicembre 2013: troverai qui tutte le info per la prescrizione (entro il 20/11/2013)... NON MANCARE!


We are Newtype Aikidoka!

Fabio Branno
Marco Rubatto
Simone Chierchini

lunedì 14 ottobre 2013

岩間 Iwama (2/5): AIKI JINJA, la dimora del dio dell'Aiki

Quest'oggi uno spotlight interamente dedicato all'Aiki Jinja, forse il luogo da considerarsi spiritualmente più sacro per gli Aikidoka!

Continuiamo quindi il nostro viaggio virtuale nella cittadina di Iwama, nella Prefettura di Ibaraki (vedi qui il Post introduttivo in merito), alla ricera dei lasciti tangibili più importanti del Fondatore

Egli si trasferì nella piccola cittadina di periferia nel 1942, con sua moglie Hatsu, ritirandosi di fatto ad una vita di pratica marziale, spirituale e di agricoltura. La sintesi di questi elementi in Giappone viene definito Budo-No-Ichinyo.

A quell'epoca, O' Sensei aveva 59 anni e si era già mostrata in lui chiaramente il desiderio di spiritualità e trascendenza: una delle sue priorità quindi fu proprio quella di erigere un tempio allo spirito stesso dell'Aiki, ossia - come vuole lo shintoismo - a quell'entità che governi e patrocini un concetto, una filosofia.

L'Aiki Jinja venne quindi costruito a partire dal 1943, in circa 2 anni di lavoro (l'honden, ossia il santuario più interno) e quindi ampliato nel 1962 con la struttura più esterna, cioè quella ancor oggi visibile dall'adiacente strada.

Facciamo notare in questa sede che l'erezione del Tempio Aiki sia venuta per volontà del Fondatore ancora PRIMA della costruzione del Dojo (1945) nel quale si è poi allenato per decenni.

Alla luce di ciò, viene da chiedersi: sarà stata importante la spiritualità per O' Sensei?!

Il fatto che sia stato chiamato "Aiki Jinja" lo attesta di diritto fra i luoghi di culto shintoisti ufficialmente registrati come tali. Sovente c'è confusione in merito a ciò, poiché in Giappone shintoismo e buddismo si sono fusi in un mix tale che è talvolta difficile sapere dove inzizi uno e termini l'altro.

Anche molti giapponesi - troppi secondo noi - hanno le idee veramente confuse a riguardo!

Ecco le principali differenze:

- un luogo di culto puramente shintoista viene definito (神社) "Jinja" (o Jingu), non presenta statue ed iconografie e molto spesso utilizza colori legati al legno grezzo. Lo shintoismo è la "religione della vita", in quanto si occupa dei precetti quotidiani che dovrebbe osservare un uomo retto. Possiede un kamiza (il luogo dove risiedono gli dei), la cui sommità spesso si può ritrovare uno specchio (che indica che quando si cerca dio, lo si deve cercare all'interno di sé), offerte in frutta, verdura e bevande e MAI fiori recisi;

- un luogo di culto buddista invece viene chiamato (お寺) "Otera" ed appare normalmente colorato di rosso acceso (colore deputatoa scacciare via gli spiriti maligni), presenta normalmente due statue "guardiane" al suo ingresso (alla propria sinistra con la bocca aperta, mentre a destra con la bocca chiusa... riminiscenza cinese e ancor prima indiana che sta ad indicare l'inizio e la fine dei tempi, racchiusi nella vocalizzazione "om") ed è dedicato ad una o più reincarnazioni di Budda, chiaramente visibili dalla iconografia molto evidente. Il buddismo si occupa dell'aldilà, ossia di tutta quell'area ignota che precede e segue la vita di ogni essere umano.

- un tempio shintoista presenta sempre un portale di ingresso, detto (鳥居) "Torii"che solitamente viene lasciato di colore naturale (quello del legno chiaro o del cemento grezzo ), mentre nel corrispondente luogo buddista esso è colorato di colore rosso vermiglio, che secondo la tradizione è in grado di tenere lontano gli "spiriti maligni".

Entrambi i luoghi di culto predispongono uno spazio apposito per le abluzioni di purificazione rituali nel (手水舎) "Temizuya", costituito essenzialmente da una fontana, nella quale sciacquarsi le mani e la bocca.

Li accanto, nell'Aiki Jinja è possibile vedere una stele, posata per volere di O' Sensei ed un "Palo della Pace"... ossia un simbolo appartenente all'Organizzazione Byakko Shinko Kai (la "Società della Luce Bianca"), della quale Morihei Ueshiba era un membro attivo.

Questi "Pali della Pace" sono presenti nelle vicinanze praticamente di ogni luogo che ricorda la vita del Fondatore: li trovereTanabe (il luogo in cui è nato), ad Ayabe (dove aderì al movimento Oomoto Kyo)... o nel verde selvaggio dei Monti Kumano, dove egli spesso si ritirava in preghiera.
mo ad Iwama, così come a

L'Aiki Jinja è ancora caratterizzato da una poderosa stele posizionata sul ciglio della strada, incisa per mano di Seiseki Abe Sensei, un famosissimo Insegnante di Shodo ed Aikido... che ebbe con O' Sensei un rapporto unico al mondo, in quanto gli era contemporaneamente allievo per l'Aikido ed Insegnante per quanto concerne la calligrafia!

E' anche presente una statua a grandezza naturale di Morihei Ueshiba, posizionata all'interno del perimetro consacrato del Tempio nel 2009, in occasione delle celebrazioni per il quarantennale della nascita del Fondatore dell'Aikido.

Questa descrizione però non rende sufficiente onore all'armonia ed alla bellezza che è possibile respirare in quel luogo, quindi abbiamo deciso di farvi rivivere tutti questi questi particolari, e molti altri ancora nella nostra seconda video-guida ad Iwama, che potrete trovare al link sottostante.

Buona esplorazione e divertimento!



lunedì 7 ottobre 2013

Genitori a bordo tatami: problema/risorsa poco conosciuta

Chi di noi insegna regolarmente ai più giovani certamente è conscio di quanto delicata ed entusiasmante questa esperienza possa risultare!

Ogni fascia di età (noi abbiamo cuccioli di essere umano dai 4 anni in su...) ha le sue caratteristiche, prerogative, esigenze...

... quest'oggi però vogliamo toccare un argomento abbasta tabù nel nostro ambiente, ossia quello delle famiglie che stanno dietro ai bambini/ragazzi iscritti ai nostri corsi.

Un elemento di sicura importanza, specie per accompagnare i più giovani ad uno sviluppo sano ed armonico sul tatami nel loro percorso in seno all'Aikido!

C'è notevole confusione spesso da parte dei genitori che vengono ad accompagnare i figli a fare "la prova" della nostra disciplina: talvolta per loro Aikido, Judo, Karate... sono un po' tutto la stessa cosa... e si rivelano veramente pochi quelli che si sono informati e che quindi tentano di far intraprendere ai ragazzi l'Aikido perché sanno di cosa si tratta e perché credono che sia qualcosa di positivo per le esigenze specifiche dei loro figli.

La maggior risorsa di questi genitori che amano approfondire è il Web: si tratta di neo-trentenni, che sono abituati forse per lavoro ad utilizzare la rete... e quindi lo fanno con disinvoltura anche per organizzarsi al meglio nel privato.

Chi sostiene che il Web non farà mai la differenza in Aikido, forse non è ben conscio invece della visibilità che ha acquisito proprio grazie alla rete. Sta a noi - addetti ai lavori -, quindi far trovare informazioni chiare per farli districare nella giungla delle offerte di corsi per bambini ed adolescenti.

I genitori sani poi, solitamnete hanno a cuore anche di chiedere di tanto in tanto qualche feedback sull'operato dei figli al corso, così come sono i primi ad offrirne se si accorgono che l'Istruttore di turno "farebbe bene a sapere" di qualcosa di importante che riguarda il giovane Aikidoka, magari accaduto a scuola o a casa.

Si collabora, insomma: i più giovani si vengono a trovare al centro di una rete sociale che mira all'integrazione armonica dei loro vissuti... con adulti che sanno parlarsi e fare "Équipe", in un certo senso... e ciascuno con le sue ampie o limitate responsabilità, a favore di un'azione educativa proficua e sicuramente NON a compartimenti stagni!

Sono pochi però questi "genitori risorsa"... che fanno alzare i figli di domenica se c'è il raduno di Aikido, perché sanno quanto a loro possa fare bene stare con i coetanei ad imparare, divertirsi e fare gruppo...

La maggioranaza delle famiglie pare invece "sbolognino" i figli a corsi come i nostri, quasi tanto per riempire alcuni "tempi morti" dei loro pomeriggi settimanali.
"I ragazzi devono fare un po' di attività fisica... fa bene... fammi vedere cosa c'è: Rugby, Aikido, Pallacanestro... si va ad Aikido perché sono comodo con orari elocation, uscito dal lavoro!"

Non che l'interazione con l'Insegnante in questi casi sia sempre insignificante o superflua... solo che si parte già in salita: vai te a spiegare a certa gente che in un Dojo i suoi figli non ci verrebbero proprio solo a fare una sudata!

Poi ci sono quelli in balia delle loro creature (di 5 anni...), che non riescono più a "gestirli"... che sono state giudicate "iper-attive" dagli Insegnanti scolastici, o alle quali è stata diagonostica la A.D.H.D., la "sindome da deficit di attenzione" ... che vengono a bordo tatami e ti dicono: "Maestro, mi aiuti lei... io non so più cosa fare... gli dia lei un'inquadrata!"...

Non è sempre così ovviamente, né vogliamo apparire troppo leggeri in merito a serie problematiche salute di alcuni bambini e ragazzi: ma ci si è mai chiesti se esistesse questo "disturbo" prima di conferirgli un nome inglese altisonante (Attention Deficit/Hyperactivity Disorder) e diagnosticarlo in ogni bambino "un po' vivace"?

C'erano ragazzi particolarmente monelli quando eravamo piccoli noi? Crediamo proprio di si... forse li si chiamava "monelli"...

I giovani sono più svegli di un tempo, quindi riescono a prestare meno attenzione duratura a scuola... ad esempio, perché si annoiano, in quanto i loro ritmi sono molto MENO lenti di quelli dell'insegnante medio... e quindi vanno ad occuparsi di qualcosa che stimoli di più la loro intelligenza ed attenzione.

Non è facile interagire positivamente con soggetti che hanno bisogno di continui stimoli e richiami... ma se si è un Insegnante o un genitore non si dovrebbe più di tanto essere spaventati da una simile eventualità: è solo routine quotidiana... e si chiama "senso della disciplina"!

Ma per alcuni genitori questo è "davvero troppo", i figli non li ascoltano più, appaiono anarchici, ingestibili, maleducati... e quindi te li portano perché tu... Maestro di Aikido con poteri messianici... possa riportare ordine nel groviglio di caos di una famiglia dai genitori spesso semplicemente più assenti o meno competenti di quanto sarebbe necessario.

Eh no, non funziona così!

Cosa possiamo fare noi per questi giovani se offriamo i benefici di una disciplina psicofisica per un paio di ore alla settimana (il sistema delle regole, la condivisione del gruppo, la responsabilità verso i compagni più giovani in pratica... la gioia di divertirsi in modo sano)... se poi la rimanente parte del tempo viene trascorsa davanti alla TV, a picchiare la nonna, a centrifugare il gatto in lavatrice?

Noi possiamo fare molto, ma se poi alle spalle c'è una FAMIGLIA che avvalora i rimandi che offriamo ai ragazzi, non che li contraddice!

E' molto importante considerare la portata di queste tendenze, secondo noi...

Parliamo anche di quei genitori (più mamme, in realtà...) che temono che il figlio "muoia sul tatami", ... a causa della "severità" del Maestro... o di disidratazione (per la richiesta dell'Insegnante martire di turno di non bere ogni 5 minuti), che vogliono assistere alle lezioni, in modo da tenere "sempre sotto controllo" ciò che accade al loro piccolo cucciolo di uomo/donna e come esso/essa si comporti al Dojo.

Ma lasciateli vivere sti ragazzi... lasciate che si confrontino sul serio con il gruppo dei pari e con l'autorevolezza dell'Insegnate, in fondo ce li affidate proprio per questo!

I genitori che si appollaiano a bordo tatami talvolta - se non disturbano parlando fra loro - risultano un vero e proprio freno al benessere dei neo-Aikidoka.

Ad ogni 2x3 si gireranno per cercare uno sguardo di approvazione del "genitore-chioccia" presente, così come tenderanno a volersi rifugiare fra le sue capienti braccia nel caso in cui il Maestro richieda con energia più disciplina e rispetto... o semplicemente qualcosa che all'Aiki-teppista di turno non piaccia troppo!

Le Arti Marziali offrono un percorso educativo completo, oltre ad un'attività psicofisica adatta alla giovane età: questi bambini/ragazzi diverranno adulti sani sia se avranno imparato a muoversi, sia se sapranno come relazionarsi al prossimo (sia ai pari, sia alle autorità di turno).

Cari genitori, voi avete un peso inestimabile nelle possibilità di successo di tutto ciò!

Scegliete con oculatezza un Insegnante che possa avere "i numeri" che vi convincano, quindi collaborate con esso, fatevi percepire dai vostri ragazzi al suo fianco... per offrire quel valore aggiunto di supporto che solo un papà ed una mamma possono dare a bordo tatami, sia perché avete effettivamente deciso di offrirlo...

... sia perché opterete di aspettare nella RECEPTION durante le lezioni!