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lunedì 6 maggio 2024

13 no jo kata... una forma importante ed spesso incompresa

Nell'esplorare le immense potenzialità del bagaglio tecnico di buki waza, poche volte come di fronte a 13 no jo kata mi sono trovato davanti all'incomprensione.

Ripetere una sequenza di 13 movimenti non è poi così complicato, dopo qualche anno di pratica... ma capirli ad un certo livello di profondità... beh, questa sembra essere tutta un'altra faccenda!

Pochi sapranno che 13 no jo kata è un lavoro che il Fondatore ci ha lasciato INCOMPIUTO, ovvero, stava ancora lavorandoci su quando ci lasciò.

13 sono infatti i movimenti che erano già divenuti stabili al momento della sua morte, e sono proprio questi i movimenti che Morihiro Saito Shihan si è curato di farci giungere; ma forse il kata sarebbe continuato ancora, e non sappiamo quanto a lungo.

movimento 11 del kata
Un'altra certezza è che 13 no jo kata contiene movimenti più fluidi e complessi rispetto a 31 no jo kata (anche se la sequenza è più corta): quindi per studiarli con una certa precisione, è indispensabile avere PRIMA compiuto un buon lavoro di sgrossatura ed approfondimento dei 20 suburi di base.

Ma vediamo tutto un po' più nel dettaglio...

Innanzi tutto, di seguito potrete trovare il kata in questione, ripreso da differenti angolazioni e con alcuni approfondimenti su spostamenti e respirazione.



Stesso kata, eseguito da fonte molto più autorevole della mia, giacché da piccolo giocava sulle ginocchia del Fondatore...


Esaminiamo i movimenti 1 e 2: si passa molto rapidamente da choku tsuki (jo no kamae) a yokomenuchi (ken kamae)... Questo passaggio ha storicamente incasinato al vita a centinaia di Aikidoka (soprattuto francesi), che hanno studiato tanti anni fa guardando le figure stampate in un libro (quando YouTube non esisteva ancora).

Ciò è avvenuto poiché il passaggio 1-2 è una contrazione di ciò che avviene in tsuki jodan gaeshi uchi (5º suburi di jo), che di solito viene rappresentato con una sorta di passaggio intermedio, che permette ai praticanti di capire come far ruotare le mani sul jo (appunto per passare da un affondo ad un fendente)... però per rendere ciò in un libro, Saito Sensei ha spezzettato questo passaggio anche nelle foto che mostravano 13 no jo kata, generando l'incomprensione da parte dei lettori che quella pausa nella sequenza ci fosse (e che i movimenti fossero 14 anziché 13!)

Ci sono un botto di Scuole in Italia che insegnano 14 no jo kata, è drammaticamente ancora così. Per i più forti di stomaco, guardate un po qui!?


Nel passaggio 3, si esegue una parata jodan (alta), spostandosi leggermente a sinistra dei sei chu sen (la linea dell'attacco): in questa posizione il jo NON va tenuto sopra la testa - come fanno molti - parallelo alla linea dell'attacco, bensì INCIDENTE... ovvero l'unico modo che esiste per intercettare (da sotto) uno tsuki portato al viso.

Una delle fonti di incomprensione più evidenti è l'incapacità di eseguire il kata in compagnia di un partner fisico, che ci permetta di capire perché la forma è stata codificata in questo modo, e non in un'altro.

Ecco di seguito l'applicazione di questi primi 3 movimenti...



Il passaggio 4 è uno tsuki, portato in migi hanmi (ricordo che la guardia più utilizzata per questo colpo è solitamente la sinistra)... mentre il passaggio 5 è nuovamente un grande incompreso: si tratta di un hasso gaeshi mentre il corpo ruota di 180º, tramite irimi tenkan.

Dico che si tratta di un'altra incomprensione molto comune perché bisogna studiare a cosa SERVONO gli hasso gaeshi, che sono delle PARATE/SPAZZATE, utili a deflettere sia colpi di punta, che fendenti.

Nei suburi di base ci sono ben 5 esercizi (hasso gaeshi go hon) che insegnano esattamente questo concetto, ovvero fare una parata "hasso" e quindi terminare con un altro attacco (fendente avanti, colpo di punta avanti, fendente indietro, colpo di punta indietro, spazzata all'indietro)... ma se non si studiano a dovere, poi applicando il movimento nel kata viene fuori una ciofeca.

Ad aggiungere altra carne al fuoco, questa parata va fatta cambiando la direzione di 180º, ovvero immaginando che l'attacco ci provenga dal nostro lato destro, se non addirittura dalle spalle. La maggioranza dei praticanti (e pure non pochi Insegnati) fanno ottimi majorettismi... ma non intercetterebbero alcun attacco con il loro hasso gaeshi, perché ne hanno studiato forse poco i principi di funzionamento. Di solito anticipano il momento nel quale il jo ruota, rispetto a quando lo fanno le loro gambe.

Il movimento 6 è poi un fendente yokomenuchi, molto comodo da effettuare a partire da hasso no kamae (ruotando la mano destra con il pollice verso l'alto).

Ecco la sequenza 4-6 applicata con un compagno di pratica...



A questo punto, possiamo mettere insieme il lavoro svolto fino ad ora, proponendo la sequenza da 1 a 6, sempre con un compagno di pratica.


Il movimento 7 è una parata alle spalle, che si esegue facendo tenkan sul piede destro... seguita da uno tsuki sempre in migi hanmi (movimento 8) e da un movimento di preparazione, nel quale si infodera il jo sul fianco sinistro (movimento 9)

Ecco la sequenza applicata con un compagno...


Il movimento 10 è nuovamente molto particolare: si tratta di una parata/spazzata, ma viene eseguita entrando verso l'attacco dell'avversario... cosa che di solito non si fa, poiché si tende a prendere distanza da esso mentre si para; questo è un'altro punto nel quale si nota come 13 no jo kata NON sia una più di tanto una pratica di base.

Il movimento 11 è uno tsuki jodan, eseguito in hanmi sinistro. Sovente la prossemica si riduce parecchio, quindi è necessario stare attenti a non ferire il proprio compagno di pratica.



Nel video seguente invece troverete l'applicazione dei movimenti da 7 a 11.


Il movimento 12 è la dimostrazione evidente che O' Sensei ci ha lasciato un'opera INCOMPIUTA, poiché contiene una PARATA, che spesso risulta invisibile nell'esecuzione del solo kata... ed è necessario eseguire il movimento 13 (tsuki chudan, hidari hanmi) senza soluzione di continuità rispetto al precedente... se non vogliamo che il nostro compagno pari il nostro affondo finale.



Ed ecco qui di seguito filmata la 2º arte del kata, sempre in applicazione con un compagno di pratica...


Ora non ci resta che mettere insieme la 1º parte (1-6) e la 2º parte (7-13) per ottenere l'applicazione dell'intero 13 no jo kata.



Come abbiamo notato, esiste la possibilità di praticare sia con 1 partner (come mostrato fino ad ora nei video precedenti), ma anche con 2, con 3 e con 4 partner contemporanei. Di seguito ecco alcuni video esplicativi di queste ulteriori modalità di allenamento


13 no jo awase: 3 partner, 3 direzioni di attacco


13 no jo awase: 4 partner, 4 direzioni di attacco


Come spero si possa apprezzare dai video, lo studio di un kata risulta qualcosa di molto più complesso e completo dalla memorizzazione di 13 semplici sequenze di movimenti: la capacità di applicarli ad uno o più attaccanti simultanei fa molto la differenza nel comprendere la forma codificata stessa.

Ora non appesantisco ulteriormente la trattazione, ma si sappia che esiste anche una forma di kumijo legata a 13 no jo kata, che differisce in parecchi punti (ed è più complicata) dalle semplici armonizzazioni mostrate poso sopra. Magari sarà oggetto in futuro di un ulteriore approfondimento.

E, come ho già più volte rimandato, NON accontentatevi di qualche video per studiare, ma rivolgetevi ad un Insegnante esperto e titolato se volete sul serio imparare qualcosa... YouTube Sensei può dare un'idea del lavoro, ma non può assolutamente sostituire ciò che dovete fare al Dojo, sotto gli occhi esperti di chi vi guida passo passo nel vostro apprendimento.


Marco Rubatto




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