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lunedì 4 marzo 2024

Saito dame... gli errori del Sensei e le piaghe d'Egitto

La scorsa settimana è accaduta una cosa molto particolare, della quale approfitto per fare insieme qualche riflessione: in un momento di assoluto cazzeggio serale, la mia attenzione è caduta su un video, l'ennesimo clip di Morihiro Saito Sensei che insegna in qualche Seminar in giro per il mondo.

Fortunatamente per noi tutti, i possessori di questi video ormai divenuti storici, talvolta li condividono sui loro canali Social, rendendoli visibili e fruibili a tutto il resto della Community.

Solo TALVOLTA però!

In questo caso, il video proveniva da un seminar tenuto nel 1990 a Nidda, in Germania: si vedeva Saito Sensei eseguire 31 no kumijo, abilmente supportato da Paolo Corallini Sensei, nel ruolo di uchijo.

Beh... fino a qui tutto piuttosto regolare. Tuttavia qualcosa di strano mi era saltato all'occhio, senza che mi rendessi nemmeno conto di cosa fosse.

Ad una seconda visione però... TAAC! Eccolo li: Saito Sensei aveva eseguito tutta la sequenza DIMENTICANDO però la trance di movimenti che va da 13 a 17 (jusan kara - jushichi made, per i nippofili). Possibile... Saito che sbaglia???

SI... proprio lui, famoso per i suoi [駄目] "dame" ("non buono/utile") se ne sarebbe meritato uno a sto giro?

SI, ma può capitare... dalle nostre parti si dice che "sbaglia pure il Papa a dire messa", quindi qualche imperfezione può sicuramente essere accaduta anche a lui.

Ed anche a CHIUNQUE altro, se ci pensiamo, da O' Sensei a Gesù Cristo... perché questi, ben prima di essere divinità viventi (sempre che lo siano state davvero) erano certamente UOMINI.

La natura umana stessa è imperfetta, e ciò non avviene a caso... perché la perfezione ha in sé l'impossibilità di "fare meglio", quindi diventerebbe del tutto improficuo essere qui a migliorare noi stessi, se non potessimo più farlo perché siamo già il top in tutto.

Saito Sensei, per distrazione, fretta... o vai a sapere per quale altro misterioso motivo, tralasciò la sequenza 13-17 nel 31 no kumijo: e allora?

NIENTE, questo ovviamente non sposta di un capello la sua grandezza, la sua competenza ed il suo valore o il senso di gratitudine ed ammirazione che possiamo provare nei suoi confronti per la monumentale opera didattica e divulgativa che ha svolto... tuttavia ho segnalato sotto il profilo di Andreas Wiemann questa stranezza, visto che il video lo aveva postato lui.

La stranezza successiva che mi è accaduta però è stata quella di vedermi BANNATO da questa fonte, dopo avermi reso indisponibili i suoi contenuti Web. Perché? Non lo so, ma ci ha messo veramente non più di 5 minuti a farlo.

Forse ha creduto gli stessi rovinando un mito d'infallibilità?

Non lo so e forse non lo saprò mai... ma per me è molto interessante notare come questo tipo di dinamiche sia del tutto comune nel nostro mondo.

Ho visto sbagliare - dal vivo - molto grandi Maestri, ma di raro ho visto loro ammettere cosa era successo.

Non è il caso di Morihiro Saito Sensei (ce non ho mai visto sbagliare vistosamente dal vivo), ma vi assicuro che ho visto tanta gente cercare di aggiustare il tiro, facendo finta di nulla... anziché ridere della propria imperfezione.

La cosa peggiore che mi è accaduta sul tatami, in merito a ciò, è stata a Lignano Sabbiadoro, nel 2006: mi ricordo ancora la sessione di pratica, ero la con un mio allievo ed amico... il tema della sessione era "ken awase" (manco a farlo apposta, ne parlavamo sul questo Blog proprio la scorsa settimana!).

Ad un certo punto il Sensei mostrò la pratica di ogni esercizio nella modalità "dankai teki ni" e quindi quella "awase"... ma lo fece solo per go no awase e per shichi no awase. Fra di essi, però, ci aveva fatto praticare anche roku no awase... ma questo direttamente nella modalità di armonizzazione dinamica.

Alla fine della sessione, egli chiese agli astanti se ci fossero delle domande: il mio amico quindi gli chiese perché avevamo fatto roku no awase direttamente in dinamica, saltando la forma dankai teki ni.

Il Sensei, dopo avere sentito la domanda (l'unica che gli pervenne, fra l'altro), la ignorò... e disse che siccome non c'erano domande allora la sessione era terminata.

NO, una domanda c'era stata, invece!

Probabilmente per questioni di tempo (far stare tutto il programma nelle ore disponibili)... o per una semplice dimenticanza (che ci sta pure!) era stata saltata quella specifica modalità di pratica, ma il Sensei NON volle rispondere ad una domanda che forse gli era suonata come "critica" al suo operato, mentre in realtà era stata rivolta solo per sapere se c'era stato un motivo specifico o didattico per le modalità di pratica che ci aveva proposto... o se fosse stata una semplice dimenticanza.

Nada: le domande PERCEPITE come scomode, impertinenti, o fuori luogo sembrava NON meritare una risposta. Quella fu una delle numerose occasioni che mi suggerirono che il mio Aikido in futuro avrebbe preso delle strade alternative a quella che stavo percorrendo allora.

Da Aikidoka ero ancora sufficientemente inesperto per poter giudicare l'operato di un Sensei di così grande abilità e preparazione, ma da Educatore già sapevo quanto fosse pericoloso, disfunzionale ed incongruente mostrarsi aperto a rispondere a delle domande, se poi di fatto non si ha l'intenzione / il coraggio di farlo sul serio e fino in fondo.

La piccolezza li mi è parsa più dell'uomo, che del ruolo del Sensei o del tecnico: la tendenza diffusa di prendere abbastanza le cose SUL PERSONALE, a mio avviso è veramente un segno di pochezza... mi spiace di doverlo ammettere, ma è ciò che ho provato... augurando certo di sbagliarmi.

Anche questo episodio - da solo - non credo significhi che quel Sensei sia un cattivo insegnante, intendiamoci... è però lo stesso mood di Andreas Wiemann... che ai miei occhi non funziona, ovvero se un allievo riesce a vedere un potenziale errore del suo docente, anziché essere lodato da questi per il suo occhio attento, viene un po' marginalizzato, preso per irrispettoso.

Ma perché, gli Insegnanti possono ancora sbagliarsi?

Ma CERTO che possono, anzi... se non lo facessero più mi preoccuperei parecchio fossi in loro, perché è segno che non sono più in grado di progredire ed evolvere a loro volta... e si troverebbero il fiato sul collo dei loro allievi in un batter d'occhio.

Un paio di errori al giorno, di quelli belli memorabili ed imbarazzanti da ammettere a me stesso ed agli altri, io vedo di farli... a mo di terapia contro l'ipertrofia dell'ego.

Dal mio punto di vista ha poco senso invocare le piaghe d'Egitto contro gli infedeli che dovessero accorgersi che non è tutto perfetto: è come tentare di coprire un letto matrimoniale con un asciugamano... se tiri di qui, scopri di là, e rendi ciò che potrebbe essere visibile ancora più evidente.

Forse è altrettanto vero che in certi ambienti (e l'Iwama Ryu è di certo solo uno fra essi) è poco ammissibile che un Sensei possa essere sorpreso a commettere errori, ed è ancora meno ammissibile che sia un allievo qualsiasi a sottolineare la cosa: cosa si fomenta però in questi casi...

Richieste di cecità selettiva? Quando il Sensei fa meraviglie applaudi forte, mentre quando ne combina una meno felice, fa finta di nulla?

Costruzione di falsi miti viventi? Persone che avrebbero rinunciato alla loro limitatezza umana e percorrerebbero le vie polverose del mondo per indicarci la strada redentrice? C'è gente che ha ancora così tanto bisogno di credere alle favole, per quanto la realtà fa loro paura?

C'è più volontà di costruire "facciate" o autenticità, noi Aikidoka cosa desideriamo per il nostro futuro?

Forse c'è più l'esigenza di mantenere una sorta di controllo sui eventuali dissidenti, un po' come fa il nostro Governo ora con chi manifesta per fermare la carneficina in corso a Gaza... L'Insegnante che dovesse essere sorpreso da un allievo a sbagliare potrebbe vedersi abbassare le sue quotazioni e la sua credibilità... 

Niente di più idiota e falso: l'Insegnante che ha creato allievi IN GRADO di accorgersi di una sua lacuna (per quanto momentanea ed occasionale), ha la riprova che questi sono attenti, presenti e preparati... altrimenti nemmeno sarebbero in grado di riconoscere il lapsus.

Ed anziché temere di poter essere accantonato o superato da essi... egli DOVREBBE dare tutto se stesso perché ciò un giorno possa effettivamente avvenire, poiché il compito di un Sensei è lanciare nel futuro persone migliori di lui, più preparate ancora di quanto egli non sia ora.

Un certo Leonardo da Vinci, in tempi Aikidoisticamente non sospetti, scriveva infatti: "Tristo è quel discepolo che non avanza il suo Maestro" (nel senso di "triste è quell'allievo che non arriva più avanti del suo Maestro").

Ma non siamo ancora giunti a comprendere questa saggezza del 1500, a dimostrazione di quanto Da Vinci Sensei fosse avanti coi tempi... o di quanto noi siamo rimasti indietro rispetto alle nostre possibilità!

Quindi come ci comportiamo?

Non rispondiamo alle domande scomode, banniamo le persone che si permettono di far notare una pecca al nostro Sensei beniamino o mitico: tutto va nella direzione OPPOSTA al DIALOGO ed al CONFRONTO... ovvero a ciò che fa crescere sul serio.

Tutti atteggiamenti di chi lo teme invece il confronto, forse per paura di non aver argomenti particolarmente convincenti da mettere sul piatto, non lo so... ma ci meravigliamo che in generale il nostro movimento faccia fatica a decollare, se ancora pregno di dinamiche simili?

Ci meritiamo ampiamente il nostro parziale insuccesso collettivo, almeno fino a quando saremo succubi di simili atteggiamenti malati del neolitico.

L'unico sbaglio davvero grosso che facciamo e non avere ancora imparato nulla dagli errori in generale... e dagli sbagli che abbiamo fatto fino ad ora in particolare.

L'Aikido è un'altra cosa, e tanti cari saluti ad Andreas Wiemann! 


Marco Rubatto



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