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lunedì 21 dicembre 2009

Aikido e Metodo Feldenkrais


"Io credo che l'unità di mente e corpo sia una realtà oggettiva. Non si tratta solo di parti collegate in qualche modo tra di loro, ma di un tutto che è indivisibile durante il suo funzionamento. Un cervello senza corpo non potrebbe pensare..."
[Moshe Feldenkrais]

Dopo un nostro breve e personale interessamento al metodo di movimento corporeo ideato dall'ingegner Moshe Feldenkrais, ed aver più volte pensato a quanto riconoscevamo comune all'Arte da noi praticata, abbiamo fatto una ricerca mirata per trovare i pionieri dell'interazione ed integrazione fra questo "Metodo" e l'Aikido.

Non siamo sicuramente stati i primi ad aver pensato a questa possibilità di questo "matrimonio felice": molti ricercatori avevano in tal senso iniziato già da tempo le loro sperimentazioni e stanno già rimandando i loro primi risultati, a cui ci è parso naturale interessarci.

Ma facendo un passo indietro, è prima necessario dare una succinta spiegazione in merito al Metodo Feldenkrais a coloro che non ne avessero mai sentito parlare.

Il suo Fondatore nasce a Slavuta (nell'odierna Ucraina) nel 1904, e appena tredicenne lascia da solo la casa paterna per trasferirsi in Palestina, dove lavora come pioniere costruendo strade e case, e si dedica allo studio delle Arti Marziali.

Ripresi gli studi in età adulta, nel 1928 è a Parigi, dove si laurea in ingegneria meccanica ed elettrica. Consegue quindi un dottorato in fisica alla Sorbona, e collabora come ricercatore con Frèdèric Joliot-Curie.

Divenuto allievo di Jigoro Kano, ottiene la cintura nera di Judo e fonda il primo Club di Judo in Francia. All'invasione tedesca di Parigi nel 1940 si rifugia in Inghilterra, dove lavora per il Ministero della Marina Britannica. Alla fine della guerra ritorna in Israele. Qui diventa il primo Direttore del Dipartimento Elettronico delle Forze di Difesa dell'esercito israeliano.

Le sue conoscenze scientifiche, la sua formazione nelle Arti Marziali e un incidente al ginocchio, che gli crea gravi difficoltà, lo portano a elaborare un metodo pratico di lavoro sul corpo che espone in modo organico, nel 1949, nel rivoluzionario libro "Il corpo e il comportamento maturo".

I suoi punti di vista sull'ansia, sulla depressione, sull'importanza della diramazione vestibolare dell'ottavo nervo cranico sono, oggi, universalmente riconosciuti e accettati.
Dopo anni di lavoro pratico su migliaia di persone, si dedica all'insegnamento del suo metodo in Europa, negli Stati Uniti e in Israele.

Moshe Feldenkrais scompare in Israele nel 1984, all'età di ottant'anni.

Perché ora, fra tutte le ricerche di movimento sulla consapevolezza corporea, proprio il Metodo Feldenkrais può risultare affine al lavoro di un Aikidoka?

Perché le summe di questo metodo rispecchiano precise consapevolezze che ogni praticante di Aikido, con il trascorrere degli anni, sperimenta sulla propria pelle. Di seguito ne indichiamo alcune:

1) un'azione efficace migliora la capacità di agire del corpo;
2) la reversibilità è il contrassegno di un buon movimento;
3) è necessaria la ricerca di movimenti chiari e facili;
4) non c'è limite a miglioramento;
5) è opportuno utilizzare i muscoli grandi per il lavoro più pesante;
6) le forze che agiscono lungo angoli rispetto al percorso principale del movimento causano danno;
7) gli sforzi superflui indeboliscono il corpo e ne riducono la mobilità;
8) la concentrazione sullo scopo può causare un eccesso di tensione;
9) la prestazione è migliorata tramite la separazione dello scopo dai mezzi;
10) la mancanza di scelta rende lo sforzo abituale ed inevitabile.

Molti di questi principi possono essere ritrovati e rivissuti durante l'esecuzione delle tecniche che utilizziamo in un Dojo, con il nostro partner.
E' altresì accettato che un praticante di lunga data, tendenzialmente sviluppi una consapevolezza elevata dei suoi movimenti, tanto da rendere "essenziali" i suoi spostamenti corporei, riducendo la fatica legata all'atto fisico e massimizzandone l'efficacia.



Il Metodo di Moshe si svolge principalmente in classi collettive, in cui ogni individuo ripete i movimenti suggeriti dall'Insegnante e lezioni individuali, in cui il praticante è immobile e rilassato e viene letteralmente mosso dall'Insegnante/terapeuta. In Aikido le azioni avvengono secondo modalità differenti: sono più rari i movimenti individuali, seppur sempre esistenti, e poi è presente una massiccia dose di manipolazione reciproca.

In ogni disciplina/Arte nella quale il corpo costituisce lo strumento principale di studio e di espressione è evidente come il miglioramento della propria psicomotricità sia agevolato, così come l'affinamento tecnico di una gestualità sia ricercato mediante molte prove e sperimentazioni sul movimento.

Il Metodo Feldenkrais, tuttavia, così come l'Aikido considera il corpo, la mente, la struttura emotiva di un individuo come un tutt'uno integrato ed inseparabile.

Moshe più volte si è espresso, riferendosi al suo Metodo, in modo del tutto analogo a quanto fatto da O' Sensei per l'Aikido. La radice marziale comune è già un buon segno di possibile intesa... ma entrambe le pratiche sono andate oltre.

Moshe ha indicato che la sua modalità di apprendere da se stessi tramite il proprio movimento costituisce una possibilità che va a monte di qualsiasi altra forma di apprendimento. Anche Morihei Ueshiba ha dichiarato che nell'Aikido è possibile trovare la miglior scuola di interazione con se stessi, questa volta però passando attraverso la relazione con gli altri, i propri partner di allenamento.

Nell'approfondire le differenze e le comunanze di queste due vie, molte volte ci è parso di riferirci ad una radice comune, mediante due linguaggi differenti, ma completamente analoghi e/o complementari. Questo è un elemento molto interessante, che speriamo animerà la curiosità di nuovi apripista, interessati ad esplorare maggiormente l'interazione tra l'Aikido ed il Metodo Feldenkrais.

Nel frattempo vi rimandiamo ad un articolo interessante sull'argomento a cura di Roberta Leoni al seguente link.

Lo spazio alle nuove sperimentazioni inerenti l'Aikido e le consapevolezze al cui il mondo giunge sono e saranno ovviamente sempre aperte. Nuove interazioni e inedite scoperte e fortunati accostamenti sono e saranno, a nostro dire, la prova dell'universalità dell'Arte lasciataci da O' Sensei.

Aikime terrà il suo "Aiki-occhio" vigile su quanto accade!

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