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lunedì 8 gennaio 2024

O' Sensei: splendore del passato e mediocrità del futuro?

"Questo vecchio ha raggiunto questo stadio, dovresti superarmi basandoti su ciò che mi resta"

[Morihei Ueshiba, Aiki Kaiso]

Approfittando di una recente intervista di Nishio Sensei pubblicata su Aikido Journal, torniamo a riflettere insieme su un argomento parecchio dibattuto fra i praticanti di Aikido... ovvero l'eccezionalità e l'insuperabilità di Morihei Ueshiba, e su quanto possiamo avere frainteso i messaggi che egli ha lasciato alle generazioni future.

All'inizio di un nuovo anno di pratica è bene fare mente locale sul modo migliore per utilizzare il nostro tempo sul tatami, giusto per non sprecare importanti occasioni di crescita personali e collettive.

Gli Aikidoka spesso nascono e crescono con il mito dell'insuperabilità di quell'enorme genio marziale che fu il Fondatore, però sarebbe il caso di leggere e studiare cosa dice egli stesso su questa presunta "inarrivabilità"...

Pare infatti che, egli per primo, pensasse che anche altri potessero raggiungere il suo livello e fors'anche superarlo, come riporta la frase con la quale abbiamo aperto questo Post.

Certo, mitizzare un personaggio, renderlo una semi-divinità è qualcosa di molto umano e talvolta può aiutare ad avere una prospettiva verso la quale muoverci: ma cosa accade se è questo personaggio stesso che intima di NON fermarci a ciò al quale è giunto lui?

Nell'intervista sopracitata è Nishio Sensei stesso ad affermare quanto segue...

"O-Sensei era solito dirci: “Questo vecchio ha raggiunto questo stadio, dovresti superarmi costruendo su ciò che mi è rimasto”.

Tuttavia, tendiamo a imitare ciò che ha fatto e finiamo per tornare indietro. Tra dieci anni forse praticheremo il livello di Aikido di O-Sensei com’era qualche anno fa.

Dopo quindici anni, potremmo ritrovarci a ritornare alle forme da lui praticate in epoche ancora precedenti.

Questo non è giusto; ci ha detto più e più volte di andare oltre ciò che ha fatto.

Le persone come noi non capivano cosa intendesse. Ma dopo diversi anni, quando incontravamo qualche ostacolo, pensavamo tra noi: Oh, ecco di cosa parlava”.

Però queste parole di Nishio Sensei, testimone oculare ed esperienziale di ciò che Morihei Ueshiba si augurava che i suoi allievi intendessero, sono spesso ignorate o incomprese ancora oggi.

Di certo il Fondatore non fu solo un genio marziale, ma anche una persona che si realizzò pienamente durante la sua esperienza terrena... e ciò mi rendo conto che faccia molta "gola" a chiunque studi o si riferisca a questa figura storica: ma quindi a quale scopo noi non dobbiamo ritenere di essere capaci di fare altrettanto?

E con ciò intendo: non diventare "bravi" come Morihei Ueshiba nell'Aikido... ma diventare capaci in esso come ciascuno di noi sarebbe in grado di fare se si impegnasse al limite delle sue capacità personali, proprio come ha fatto lui!

Addirittura, secondo le parole del Fondatore stesso, perché non dovrebbe essere possibile raggiungere vette ulteriori, rispetto a quelle che raggiunse lui?
Da un lato è infatti molto comodo trincerarsi dietro una presunta inarrivabilità di chi è venuto prima di noi: è il processo che compie chi è alla ricerca di uno scarico di responsabilità rispetto ai limiti che sente di possedere.

Ci sono cose che non sapevamo al tempo di O' Sensei, ma che oggi sono note: come cambierebbero il panorama dell'Aikido se vi fossero applicate?
Questo significherebbe cambiare irrispettosamente il lascito del nostro Fondatore, o fare un passo ulteriore nella direzione che lui stesso si auspicava per noi?

Le sue stesse parole, per quanto mi riguarda, parlano molto chiaro...

Di certo il suo lascito è stato grande da molti punti di vista: tecnico prima di tutto, ma anche filosofico e spirituale... e può risultare pericoloso o limitativo fare ulteriori ricerche PRIMA di avere acquisito una buona padronanza di questo lascito.

Di certo non sono molte nemmeno le persone che - proprio come Morihei Ueshiba - possono dedicarsi allo studio ed allo sviluppo dell'Aikido e di loro stessi 24 ore al giorno: non sono molte però al mondo oggi queste persone esistono e sono una piccola community in costante crescita.

Si studia più Aikido ora che un tempo, quindi è logico pensare che oggi si abbiano più occasioni di fare scoperte significative rispetto ai tempi di Morihei Ueshiba.

Anche io non credo che possa sperare di superare il livello del Fondatore un individuo che si allena per qualche anno 3 ore a settimana, intendiamoci... ma di persone che dedicano la loro stessa vita all'Aikido ce ne sono, e diverse in ogni nazione, che ci piaccia o no... e possiamo sperare che proprio queste persone  raggiungano livelli non banali ed ulteriori nella nostra disciplina.

Ci sono (e forse ci saranno sempre) i cosiddetti "custodi" e "protettori" del lavori di chi ci ha preceduto: l'Iwama Ryu ne contempla un tot, per esempio... da questi individui possiamo andare a prendere il "know how" del passato, senza tuttavia pretendere che loro stessi lo abbiano compreso e digerito a dovere.

É la stirpe attuale dei cosiddetti "uomini libro" indiani: persone che imparavano a memoria interi testi scritti, prima ancora che la stampa diventasse un'enorme opportunità di condividere ed espandere il sapere del passato; certo, fra leggere un libro, saperlo a memoria... ed averlo capito, talvolta di differenza ce ne passa non poca!

Anyway, ciascuno faccia al meglio ciò che sente essere la sua natura più autentica: c'è chi vuole proteggere la tradizione del passato, ed è giusto che questo faccia... c'è chi, come me, desidera integrare con essa il frutto della propria stessa esperienza, così come delle ricerche e scoperte notevoli che nel frattempo l'umanità ha compiuto... e credo parimenti che a ciò si debba dedicare.

Spesso mi chiedo come sarebbe stato l'Aikido del Fondatore se lui stesso avesse avuto modo di studiare biomeccanica, neurobiologia e programmazione neurolinguistica... però nulla mi vieta di sperimentare cosa accade al MIO Aikido se includo queste branche moderne del sapere umano.

In questo senso, sento di fare paradossalmente qualcosa di nuovo, ma anche di molto datato... almeno quanto le parole stesse del Fondatore, che si auspicavano proprio che qualcuno provasse ad andare oltre a ciò che egli ci lasciò.


Marco Rubatto



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