Pagine

lunedì 13 marzo 2023

Armonizzati che ti passa, ovvero... come usare il bokken per migliorarsi la vita

Ci sono molte pratiche di armi che risultano molto, molto utili... ed alcune fanno sentire la propria utilità anche nel quotidiano.

Può essere complicato o raro trovare però un Sensei in grado di mostrare come gli esercizi che propone possano avere una qualche forma di impatto positivo nel "daily life"... quindi è normale che gli allievi tendano a sottovalutare l'importanza di alcune pratiche.

Ci occupiamo quindi oggi di introdurre con alcuni video le armonizzazioni di spada ("ken awase" per gli addetti ai lavori)...

Di cosa si tratta?

Una volta che siano stati appresi i rudimenti dell'utilizzo del bokken, attraverso 7 esercizi eseguiti da soli ("ken suburi nanahon", che trovate QUI), ci si può inoltrare nell'esplorazione della connessione con un compagno, in esercizi altrettanto basici e semplici (anche se non facili), chiamati proprio "armonizzazioni".

Le armonizzazioni storiche di base sono 4, ovvero:


1) MIGI NO AWASE: armonizzazione sulla destra

L'attaccante (uchitachi) sferra un unico fendente frontale avanzando (shomen uchi) e chi fa l'esercizio (uketachi) si esercita ad armonizzarsi con esso, spostandosi simultaneamente alla sua destra.


2) HIDARI NO AWASE: armonizzazione sulla sinistra

L'attaccante (uchitachi) sferra un unico fendente frontale avanzando (shomen uchi) e chi fa l'esercizio (uketachi) si esercita ad armonizzarsi con esso, spostandosi simultaneamente alla sua sinistra.


3) GO NO AWASE: armonizzazione del (suburi) nº 5

L'attaccante (uchitachi) sferra una serie di fendenti laterali avanzando (yokomen uchi) e chi fa l'esercizio (uketachi) si esercita ad armonizzarsi con essi, spostandosi simultaneamente all'indietro ciascuna volta.
Il numero dei fendenti è pari a quello dello spazio disponibile; il nome è legato al fatto che l'attaccante utilizza il 5º esercizio fondamentale di ken (go no suburi) e non al fatto che si tratti del 5º esercizio di armonizzazione (visto che risulta essere il terzo).


4) SHICI NO AWASE: armonizzazione del (suburi) nº 7


L'attaccante (uchitachi) sferra una serie di fendenti laterali a sinistra avanzando (yokomen uchi) e di affondi sulla destra avanzando (tsuki) e chi fa l'esercizio (uketachi) si esercita ad armonizzarsi con essi, spostandosi simultaneamente all'indietro ciascuna volta.
Il numero dei fendenti e degli affondi è pari a quello dello spazio disponibile; il nome è legato al fatto che l'attaccante utilizza il 7º esercizio fondamentale di ken (shici no suburi) e non al fatto che si tratti del 7º esercizio di armonizzazione (visto che risulta essere il terzo).

Detto questo, andiamo alla sostanza...

C'è un attaccante che sferra uno o più colpi in ripetizione... e qualcuno deve provare a prendere la sua stessa velocità, a muoversi con lo stesso ritmo di chi lo incalza con gli attacchi: a cosa serve questa pratica?

A prima vista può sembrare una cosa banale, ma vi assicuro che non risulta tale se ci si prova e quindi si fa qualche considerazione.

Quando un problema ci si presenta davanti (sul tatami, così come nella vita), ha una sua "velocità" specifica... questo lo apprendiamo dall'esperienza quotidiana, sia che si tratti di un incidente stradale, che della morte di un parente, che un problema lavorativo o relazionale...

Ecco: ci viene chiesto di imparare ad affiancarci a questo problema, essendo in grado di prendere alla svelta il suo stesso ritmo; è un po' quello che accade al rifornimento in volo degli aerei... lo avete mai visto?

Un aereo in volo, per essere rifornito, necessita di un aereo-cisterna che gli si affianchi, che prenda la sua stessa velocità per poter passare il carburante grazie ad un cavo, un tubo flessibile, che connette i due aeromobili.

Questo si chiama "entrare in relazione": non attendere che si modifichino le condizioni esterne che ci creano problema, ma essere in grado di adattarci noi ad esse, così da poter "gettare un ponte" fra noi e loro.
I problemi si possono risolvere solo se si ha il coraggio di rimanerne in contatto con essi, in qualche modo, tessendo una sorta di dialogo: la pratica del ken awase serve esattamente per questo.

Ci occorre una forte dose di umiltà per modificarci al punto tale da avere qualcosa a che fare con il problema che ci si para dinnanzi: a questo livello di pratica il focus non è posto sul "vincere" o sul "perdere" nei confronti del nostro avversario... ma unicamente sulla capacità/possibilità di gettare un "tubo flessibile" fra noi e lui, attraverso il quale potremo force rifornirci di qualcosa, o magari anche rifornire lui.

Un ponte che permette uno scambio alla pari: lui va alla velocità di una lumaca?
Noi rispondiamo specchiando una velocità lumacosa...

Lui va a 1000 all'ora?
Noi rispondiamo con altrettanta prontezza.

Questo sviluppa qualità legate alla presenza mentale ed alla prontezza, chiamate "mushin" e "zanshin": due colonne portanti del Budo, qualsiasi forma esso possa prendere.

L'esercizio è "solo" quello di SPECCHIARE il compagno attaccante: e vi assicuro che non è banale quando questi - appositamente - continua a cambiare di continuo il ritmo con il quale attacca!

Chi riesce ad adattarsi istantaneamente alla situazione difficile che si trova a vivere, si riscoprirà MOLTO rilassato, ovvero inizia a sviluppare la capacità di essere sereno anche sotto stress... altro punto importantissimo della nostra pratica.

Naturalmente ho indicato i 4 esercizi di base solo perché si potesse prendere l'idea che essi veicolano... ma dopodiché esistono decine e decine di loro variazioni possibili: eccone alcune...


MIGI NO AWASE HENKA


14 varianti del 2º esercizio nella seguente playlist...

HIDARI NO AWASE HENKA


5 varianti del 4º esercizio nella seguente playlist...

SHICHI NO AWASE HENKA


NB, esistono OVVIAMENTE varianti pure del 3º esercizio, solo che non abbiamo ancora caricato i relativi video sul nostro Canale YouTube.


Parliamo quindi come minimo di una cinquantina di esercizi che mirano TUTTI allo stesso fine, ovvero quello di essere capaci di entrare in relazione con il conflitto, all'intensità ed alla velocità di quest'ultimo: in questo modo una pratica con il bokken sul tatami diventa uno dei metodi più potenti per acquisire un principio da utilizzare nel quotidiano (non necessariamente con l'ombrello però, spero si capisca!)

Qualcuno crede che si tratti di qualcosa di poco conto?

Marco Rubatto




Nessun commento:

Posta un commento