tag:blogger.com,1999:blog-1734782694335145367.post6065352125140171045..comments2024-02-21T18:25:49.845+01:00Comments on Aikime: La speculazione degli "E se qualcuno ti attacca così?"Unknownnoreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-1734782694335145367.post-56400343046739652622018-03-04T00:53:26.577+01:002018-03-04T00:53:26.577+01:00Conosciamo molto bene Rokas, è stato per alcuni an...Conosciamo molto bene Rokas, è stato per alcuni anni nostro compagno di studi.<br />Abbiamo ben chiaro il suo intento e per qualche tempo lo abbiamo sostenuto attivamente. Ultimamente di meno per una serie di motivi non così visibili dal solo Web.<br />In ogni caso, l'arte di farsi delle domande crediamo anche noi sia fondamentale... anche se le risposte tardassero a giungere o non si rivelassero da subito le migliori!Shurendohttps://www.blogger.com/profile/17123794555807403095noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1734782694335145367.post-12916203228718446662018-03-02T18:49:34.395+01:002018-03-02T18:49:34.395+01:00Se il commento è stato di stimolo per scrivere un ...Se il commento è stato di stimolo per scrivere un articolo a tal proposito, non può che farmi piacere :). <br /><br />A tal proposito mi è venuta in mente la storia di un praticante e maestro di aikido lituano che, a seguito di un’esperienza con un praticante di MMA, sta cercando di integrare l’esperienza di altre discipline e di diversi insegnanti nel suo metodo. Il tutto è registrato su un canale youtube: aikidosiauliai.<br /><br />La storia di questo ragazzo è molto interessante. Ho iniziato a seguirlo per la passione che riusciva a trasmettere nei suoi video. L’ho trovato d’ispirazione in un momento in cui mi stavo disaffezionando all’aikido. Parlava di un aikido per coltivare la bontà nelle persone e far crescere degli individui consapevoli e più compassionevoli l’un con l’altro. Meglio delle mie parole ci sono i video a testimoniare, ho trovato davvero ammirevole il suo impegno e la sua dedizione.<br /><br />Recentemente però ha ricevuto una forte delusione a seguito di un incontro amichevole con un praticante di MMA. Ho compreso con la sua frustrazione, l’impotenza e l’incapacità di auto-realizzarsi in quel contesto. Nonostante sia un praticante molto adattabile e intuitivo, la tecnica approssimativa e l’inesperienza totale nel combattimento non sono gli state d’aiuto. Da quel momento ha rivoluzionato la sua pratica, ha dato un taglio netto col passato, e ora è alla ricerca dell’assimilazione di un metodo di applicazione dell’aikido in contesto di difesa/sportivo.<br /><br />E’ stato molto critico con l’aikido e con tutto ciò che ha praticato sino a quel momento, arrivando ad essere in piena dissonanza con i messaggi lanciati sino a quel momento. Da quanto ha dichiarato, ha rotto con la sua associazione, continuando così il suo percorso in modo indipendente.<br /><br />Inizialmente sono rimasto dispiaciuto dal suo cambiamento. Mi spiaceva il fatto che si fosse così incartato nell’aspetto marziale, tralasciando ciò che l’aveva contraddistinto ai miei occhi. Al dispiacere si è quindi poi sostituita la consapevolezza che niente è distrutto e che questo è un processo in evoluzione. Ad ogni cambiamento segue un lungo periodo di assestamento dove i pezzi vanno lentamente a posto. <br /><br />Riflettendoci poi attentamente, avevo compiuto esattamente lo stesso percorso. Avevo trovato il mio limite e avevo cercato di superarlo, compiendo scelte che sino a quel momento non avrei mai compiuto. La differenza tra lui e me è che, mentre io ho cercato ciò che l’aikido non mi ha dato in modo del tutto indipendente e per me stesso, lui lo sta facendo con la collaborazione di altre persone con lo stesso scopo per renderlo accessibile alla comunità. <br /><br />Il suo lavoro o le sue intenzioni possono piacere o meno. Guardandoli apprestarsi a trovare la soluzione al quesito si potrà notare che non tutto appare coerente con i principi e i fini dell’aikido, però questo resta un primo passo che potrebbe fare la differenza in futuro. Non sarà subito tutto bello o realizzabile in pochi anni. Il fallimento è comunque una possibilità, ma finché si crede in qualcosa, per renderlo possibile, bisogna investire tutto ciò che si ha. <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1734782694335145367.post-32650698389231755012018-03-01T17:11:51.731+01:002018-03-01T17:11:51.731+01:00Ogni Post può contenere solo una parte della verit...Ogni Post può contenere solo una parte della verità, saremmo sciocchi se pretendessimo di possederla, contenerla e/o descriverla tutta.<br /><br />Il commento però è più che apprezzato e ci vede concordi, almeno in parte.<br />Al momento non abbiamo gli strumenti (tempo e location) per approfondire la discussione, ma ci piacerebbe continuare ad esplorare l'argomento "incompletezza" reale o apparente dell'Aikido. Questo crediamo sia un plus valore in ogni caso.Shurendohttps://www.blogger.com/profile/17123794555807403095noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1734782694335145367.post-29982387101118447962018-03-01T13:59:02.005+01:002018-03-01T13:59:02.005+01:00Il post contiene solo una parte della verità.
Da ...Il post contiene solo una parte della verità.<br /><br />Da un lato è corretto dire che un praticante deve concentrarsi sugli insegnamenti del proprio maestro, soprattutto i neofiti. Mi è capitato tante volte di vedere praticanti alle prime armi o praticanti solo di nome (sul tatami dalle 3 alle 4 volte ogni 6 mesi), interrogarsi e trasmettere la loro frustrazione con domande relative alla difesa da calci, ginocchiate, pugili, karateka e mazze chiodate. E’ sempre bene lavorare molto sulle basi e sulla disciplina anziché fantasticare troppo con in testa il film sulla muay thai visto la sera prima. Questo è ancor più vero per chi ancora non si regge troppo bene in piedi.<br /><br />D’altra parte però, su questo argomento, la maggior parte dei praticanti con esperienza e maestri tengono la testa sotto terra come gli struzzi. Attualmente l’aikido non è in grado di formare individui con un solido sistema marziale. In questo senso l’aikido è rimasto legato a logiche superate, ad uno studio interamente basato sul kata senza un sistema organico dedicato all’applicazione. Questo andava bene in un contesto sociale dove lo scontro era all’ordine del giorno, nelle modalità in cui questo si presentava, e in questo si risolveva l’applicazione. Nella seconda parte del secolo scorso, essendo cambiati i tempi, la maggior parte delle discipline marziali hanno guardato anche verso una dimensione applicativa. <br /><br /> L’aikido non offre uno studio sulla gestione di un combattimento né sulla strategia, tutto è affidato alle capacità personali di interpretazione. In questo senso è un passo indietro rispetto a quasi tutte le altre discipline. Le risposte fornite dagli insegnanti alle domande relative a situazioni di scontro/combattimento sono:<br />- una volta che avrai appreso bene i principi saprai difenderti;<br />- puoi benissimo saperti difendere da qualsiasi attacco esercitandoti solo negli attacchi base dell’aikido.<br /><br />Chi fornisce queste informazioni non ha ben chiaro la dinamica di un combattimento. Spesso perché i maestri di aikido hanno speso la loro esistenze marziale facendo kata e non hanno mai affrontato la sfera del combattimento (inteso come qualcuno che con ogni mezzo prova ad avere la meglio). Difficilmente si avranno molte chance con praticanti esperti che in quest’area hanno speso molto tempo a migliorarsi. <br />Certamente le possibilità sono infinite, però non è tanto la simulazione di ogni scenario che è importante, quanto imparare e sviluppare la propria affinità in una situazione con stress elevato, dove tutto è molto diverso dalle forme studiate e dove chi abbiamo davanti metterà in gioco tutto se stesso per raggiungere l’obbiettivo. <br /><br />Ho capito che l’obiettivo del post è incentrato sul primo punto di cui ho parlato, ma allo stesso tempo il secondo punto è ad oggi molto trascurato e, anziché mettersi in gioco per esplorare qualcosa che non si conosce, si preferisce dire agli allievi che interrogarsi su situazione limite è da persone che hanno compreso poco o che sono insicure.<br /> <br />Una soluzione sarebbe lo sviluppo di ciò che oggi è mancante in questa disciplina. Un aggiornamento. Difficilmente si prenderà un direzione del genere in Giappone e non. Questo anche a causa delle radici conservatrici della nazione origine dell’aikido, oltre che la scarsa motivazione e rivoluzionare.<br /><br />Un’opzione è anche accettare lo studio parziale di un’arte marziale, così come fa chi si interfaccia a discipline come il tai chi, con la consapevolezza però di dove sta andando e senza dire a sé stesso o ai propri allievi che si sta seguendo un percorso marziale al pari di tutte le altre discipline. Se chi pratica il tai chi non ha l’aspettativa di sapersela cavare in una situazione di pericolo, lo stesso non si può dire di chi pratica aikido.<br /><br />Citando un grande classico: “Una conoscenza parziale è fonte di sciagura”.<br />Anonymousnoreply@blogger.com